origini e storia
dell’Antico Porto di Classe
Il sito archeologico dell’Antico Porto costituisce la prima tappa del Parco Archeologico di Classe, sviluppato intorno alla grande Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Il Parco si arricchirà successivamente con il Museo della Città e del Territorio, ricavato nell’ex Zuccherificio di Classe e con la Basilica di San Severo.
La zona archeologica
L’Antico Porto di Classe è un’area archeologica, situata a circa 4 chilometri dal centro storico di Ravenna, che offre una visuale approssimativamente sincronica dell’impianto generale delle strade e degli edifici portuali sorti nel V-VI secolo, epoca di massimo splendore e sviluppo dello scalo commerciale.
Il sito dell’Antico Porto si trova in un punto cruciale del sito di Classe: l’imboccatura del porto–canale antico, quell’ampia rottura di duna che alimentava l’intera laguna, che comprende parte dell’isola ed il quartiere commerciale che si affacciava sulla sponda sud del canale.
Ed è qui che Ottaviano Augusto verso la fine del I secolo a.C. fece costruire gli imponenti moli foranei che consentivano alle navi l’accesso dal mare.
Il percorso, sviluppato su una superficie di circa 10.000 metri quadrati, propone i luoghi quotidianamente frequentati da coloro che lavoravano nei magazzini o arrivavano via mare attraccando al porto, immergendo i visitatori all’interno dello scavo archeologico.Il percorso inizia dal Centro Visite, che ospita una sala multimediale in cui l’immagine di un mercante del tempo, riprodotta virtualmente, introduce gli aspetti naturalistici, geologici, storici ed archeologici del territorio in esame, unitamente ad immagini e filmati sui monumenti più importanti di Ravenna e sulle ricostruzioni storiche del sito.La visita continua spostandosi all’interno dell’area archeologica, che presenta una strada basolata sui lati della quale si affacciavano una serie di magazzini, di cui oggi si conservano le fondamenta, adibiti in antico al carico/scarico delle merci.Lungo l’itinerario sono inserite lastre prospettiche serigrafate che propongono la ricostruzione in alzato dei magazzini e degli elementi architettonici non più presenti; le riproduzioni grafiche vengono a sovrapporsi con il panorama circostante, fondendosi e restituendo la vista del complesso come doveva essere nel V-VI secolo, facendo vivere al visitatore un’esperienza immersiva a tutto tondo.Il percorso prevede inoltre un ponte-passerella, che collegava le due zone del canale portuale: il quartiere sull’isola al quartiere commerciale adiacente la strada principale; alcuni affacci dai belvedere consentono di “leggere” il sito anche da altri punti di vista, facendo percepire una diversa visione dei resti archeologici.
La storia
L’insediamento di Classe nasce in età romana, quando Ottaviano Augusto stabilisce a Ravenna la flotta incaricata della difesa dell’Adriatico.
L’abitato prese il nome di Classe (che deriva dalla parola latina Classis, che significa flotta) solo in epoca tardo imperiale e bizantina, quando assunse l’aspetto che si vede nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo, a Ravenna (VI secolo): circondato da mura, probabilmente erette nel corso del IV secolo, con una porta urbica e il canale portuale di epoca romana, rimpicciolito e parzialmente chiuso, trasformato esso stesso nel porto di epoca bizantina, nel quale le navi, ormai solo commerciali, potevano entrare e uscire esclusivamente usando il flusso della marea.
Nel corso del V secolo, con il nuovo ruolo di capitale svolto da Ravenna, la civitas Classis assunse a sua volta una funzione fondamentale come sbocco commerciale e probabilmente di baluardo militare verso il mare.
A questo periodo risale l’impianto generale delle strade e degli edifici attualmente visibili nell’area archeologica. La città svolgeva una funzione portuale molto sviluppata e legata al commercio, come hanno ampiamente testimoniato gli scavi archeologici.
Nel 584 Classe fu attaccata e saccheggiata dal longobardo Faroaldo I, duca di Spoleto. I Bizantini tornarono poco dopo in possesso della città grazie a un’azione militare guidata dal duca Droctulfo, un longobardo passato dalla parte dell’Impero.
L’VIII secolo fu un momento di svolta nella vita di Classe. Nel 712 un altro duca longobardo di Spoleto, Faroaldo II, occupò nuovamente la città, che venne però restituita ai Bizantini da re Liutprando. Lo stesso sovrano, però, nel 718 assediò Ravenna e attaccò Classe, danneggiandola gravemente. Poco dopo, tra il 726 e il 744, la città fu colpita da un terribile terremoto, che distrusse alcuni degli edifici più importanti, tra cui la Basilica Petriana.
Ancora, nel 751 re Astolfo conquistò Ravenna, e molto probabilmente anche Classe.
Dopo questa sequenza di eventi, Classe entrò in una veloce spirale di abbandono. I pochi abitanti superstiti concentrarono le loro abitazioni intorno alle chiese principali.
Progressivamente il nome di Classe fu sempre più legato alle chiese di San Severo (presso la quale stabilì un suo palazzo l’imperatore germanico Ottone I, nel X secolo) e di Sant’Apollinare Nuovo.
La scoperta
Il territorio di Classe ha da sempre rivestito un grande interesse da parte di studiosi e ricercatori, in parte per il toponimo evocativo di un importante sito portuale (sede della flotta militare imperiale romana) in parte per i numerosi reperti che l’altimetria delle creste dunose costiere antiche restituiva durante i lavori agricoli o lo spianamento delle stesse.
I lavori di costruzione del terrapieno destinato ad ospitare i binari della tratta ferroviaria Ravenna-Rimini, effettuati nel 1881 dal Genio Civile, sotto la direzione di F. Lanciani, sono i primi di cui si possieda una sommaria ubicazione topografica dei rinvenimenti, relativi a strutture edilizie di varia epoca e funzione (compresa l’intercettazione della Basilica Petriana e di alcuni pilastri relativi a un edificio porticato in prossimità dell’antico porto).